Arnau
avrebbe, secondo la leggenda, curato a Montalbano con le acque e,
forse, con la pietra
filosofale, della cui produzione andò famoso soprattutto in epoca
successiva, il re
Federico
III.
Su
richiesta di Federico Arnau potrebbe avere pianificato un grande
talismano
megalitico
destinato a procurare l'immortalità1
al corpo del re e a garantire la salute della casata reale
dall'imminente apocalisse,
di cui lui era, per come prima cennato, convinto assertore? Il
talismano,
per come tutto il pensiero sabeo
trasmesso in occidente dallo scriptorium
di Alfonso
X ci conferma, era basato sulla riproduzione di immagini
speculari a quelle delle costellazioni.
Nel caso dell'Argimusco
le costellazioni
erano poste sull'orizzonte nelle sere estive in cui il re frequentava
quei luoghi. Le immagini
però non erano scolpite su piccole pietre (i Sigilli),
per come indicato nei vari Lapidaria
medievali e dallo stesso Arnau, ma, come colossali statue
in stile sabeo,
su grandi megaliti.
Sull'Argimusco
Arnau pianificò e guidò, forse senza completare l'opera, fino alla
sua morte nel 1311 o 13132,
la realizzazione
di immensi sigilli
astrologici scolpiti e modellati su enormi megaliti?
L'effetto avrebbe dovuto essere quello di far sì che in linea
perpendicolare i raggi delle stelle
potessero trasmettere sul luogo gli attributi e le qualità propri
delle stelle.
Ovvero, per come indicato da Aristotele, gli attributi della
perennità, dell'immutabilità e dell'immortalità. Tali qualità,
sempre secondo i principi di ottica di Al-Kindi,
si sarebbero trasferite per via dei raggi colti dall'occhio umano su
coloro che nel sito avessero percepito i raggi stellari riflessi dai
sigilli/megaliti.
Ovvero il sito era un enorme specchio
delle stelle
concepito per l'immortalità del re. Non solo. La presenza di tacche
incise su alcuni megaliti3
ci fa, altresì, pensare che l'Argimusco
fosse stato concepito anche come osservatorio Lunare
concepito al fine delle cure mediche. Ed Arnau era prima di tutto un
medico…

Il
sestante
doveva servire, secondo le tecniche medico astrologiche medievali, al
fine dell'utilizzo in associazione con la Sfera
di Pitagora
e con l'astrolabio
(per come visibile anche nell’iconografia dell’alchimista-astronomo
dell’epoca).
La
sfera di Pitagora fu uno strumento medico destinato alla diagnosi
medica e nella visione di Arnau utile a supportare l'efficacia della
profezia o della rivelazione utili all'esercizio medico. Con la
sfera di
Pitagora
Arnau de Vilanova determinava attraverso un metodo aritmetico,
l'esito di una determinata malattia o la giustezza di una certa
terapia. I calcoli contenuti nella sfera erano basati sulla divisione
dell'equivalente numerico del nome del paziente (basandosi sul
presupposto che ogni ogni lettera corrisponde ad un numero) per un
numero corrispondente al mese Lunare,
normalmente 30 ma a volte 287.
Tramite la Sfera
di Pitagora
si prediceva anche la vita
e la morte del paziente8.
Si prendeva nota del giorno della Luna
nel quale il paziente si era ammalato e del suo nome. Si divideva poi
il valore numerico di entrambi per i trenta giorni della Luna.
Se il risultato ricadeva
tra i numeri presenti nella parte superiore della sfera il paziente
sarebbe vissuto: se ricadeva
nella parte inferiore sarebbe morto9.
La
Sfera di
Pitagora
veniva poi utilizzata per determinare se le procedure di flebotomia
(salasso) fossero opportune. L'uso dell'astrolabio
era più specifico nel determinare con la misurazione dello
spostamento degli astri
il quadrante della lunazione
(o case
lunari) più
utili per il salasso. L'astrolabio
era uno strumento composito utile per varie operazioni. L'astrolabio
planisferico, aveva davanti
un circolo
zodiacale e un disco disegnato per una specifica latitudine
geografica, con una proiezione stereografica dell'equatore, dei
tropici e dell'orizzonte. Con questo potevano
essere misurate le ore del giorno e fatte previsioni astrologiche. Il
dietro dell'astrolabio
era diviso in quattro quadranti, sui quali poteva essere letta
direttamente la declinazione del sole
rispetto alla sua altezza (con l'uso dell'alidade),
tutto questo senza consultare le tavole di declinazione10.
L'astrolabio
serviva, in particolare, per calcolare il percorso del sole
attraverso le 28 case
lunari che
erano tenute per determinare la natura della progressione delle
stagioni e dell'anno agricolo11.
Bisogna precisare che gli arabi
avevano un
calendario lunare
per scopi religiosi e per gli scopi medici legati ai salassi
riferiti alle “case” lunari:
questo era standard per tutto il mondo islamico, Esisteva poi un
calendario solare per scopi agricoli, che veniva adattato per ogni
regione dell'Islam12.
Nel calendario seguivano
indicazioni sulla natura elementale del mese (freddo, umido, caldo,
secco) e sulle patologie umorali connesse (ad es., gennaio, freddo –
linfa, mentre agosto caldo – bile gialla). Il sistema consentiva,
oltre che per il detto utilizzo per i salassi,
di potere ricavare indicazioni anche di tipo medico, di tipo
dietetico, oltre che agricolo13.
Nei
suoi libri Regimen
Podagre e Regimen
Sanitatis14
Arnau de Vilanova fornisce accurate istruzioni per applicare certe
terapie utilizzando il sestante e l'astrolabio
per misurare le fasi
Lunari, e,
come detto, raccomanda di evitare
di fare salassi
con la Luna
in gemelli.15
Arnau invita
i medici a prendere in considerazione la posizione e le congiunzioni
della Luna
e ad evitare
accuratamente i “giorni
del cane” (o giorni sfortunati) per i salassi,
le cauterizzazioni, gli interventi chirurgici e la somministrazione
di farmaci16.
I giorni
del cane (o giorni egizi) erano i giorni durante i quali poteva
sopravvenire un'infermità o una calamità17.

Anche
qui vediamo un riferimento astronomico
ovvero alla Luna
e alla costellazione dell’Hydra
presente sull’Argimusco.
ll riferimento alla melotesia
nel Regimen
podagre mostra senza dubbio che la utilizzava, come abbiamo detto
sopra, nella pratica dei salassi.
La melotesia
è stata, poi, la base dei sigilli
astrologici.
Pari
considerazione viene corroborata anche dal testo De
iudiciis astronomia19,
ove Arnau dichiarava che la energia astrale o una congiunzione
planetaria adeguata
o la entrata di un segno
zodiacale nell’ascendente, potevano
aumentare il potere delle proprietà sanatorie dei “sigilli
e degli ingredienti terapeutici che preparava il medico per curare
l’infermo.
Oltre
a quello dei salassi,
altro settore in cui molto spesso si considerava la posizione degli
astri è,
come visto, quello della raccolta di vegetali, piante e erbe, o
minerali, al fine della somministrazione di farmaci. Vi sono vari
riferimenti a questo tipo di pratiche nelle opere arnaldiana.
Nel libro De
parte operativa cita le proprietà nascoste che caratterizzano le
varie specie vegetali, così che le piante germogliate siano raccolte
in determinate condizioni astrologiche e possano essere utili per
utilizzarle nella composizione di un farmaco: “In
omni enim hora influunt partes orbis aliam et aliam virtutem
generabilibus secundum quod requirit figura orbis determinata per
oroscupum vel ascendens in hora relata ad generabile vel generatum
quecumque sit, sed tamen virtutem quam superiora influunt non
suspiciunt nisi corpora disposita vel solum per agentia naturalia vel
adminiculo artis, ut ex parte quadam individua cuiiuslibet species
acquirunt aliquam proprietatem que ceteris eiusdem species non
convenit”20.
Arnau riteneva dunque che tutte le forme vegetali, animali e minerali
siano suscettibili, causa l'azione esterna degli astri,
in un determinato momento di sprigionare delle proprietà occulte.
Secondo
le tecniche della melotesia
astrale il potere terapeutico dei sigilli
dipende dal fatto che ai nativi di ogni segno o mese corrisponde un
organo con le malattie connesse a questo. Il sigillo agirebbe secondo
la melotesia
zodiacale, ossia secondo la corrispondenza del mese del nativo con il
segno celeste che infonde la sua qualità terapeutica specifica nel
metallo stesso per la guarigione del malato nato nel segno
corrispondente. Si tratta dunque di amuleti
la cui efficacia dipende dall’accurata forgiatura nel momento
astrologico giusto per un'azione stellare, fisico naturale sulla
complessione fisica dell'organismo del malato.
Da
quanto Arnau ci dice sulla natura dei demoni
e dei loro malefici, nel De
improbatione maleficiorum21,
si ricava una dottrina dei cieli che ci può chiarire anche il testo
del De
Sigillis.
I
cieli e gli aspetti appaiono cause estrinseche dei corpi superiori
che agiscono sugli inferiori e sono di natura fisica corporea,
secondo alcune delle teorie di Al-Kindi.
In un aforisma delle Medicationis
parabole, poco prima citato in nota, riflette sulle cause e sui
meccanismi dell'influenza dei pianeti, per esempio delle fasi della
Luna, per
praticare la flebotomia
nel momento piu favorevole. In un altro aforisma afferma che
l'influenza delle stelle
proviene da una virtù specifica che è piu forte di quella che
proviene da una virtu comune («influentia
stellarum proveniens a virtute specifica fortior est que provenit
a virtute communi»).22
Quest'ultimo passo, insieme alla presenza delle statue
sabee e di altri elementi presenti nei suoi scritti (ad es., come
abbiamo visto sopra, sulle proprietà occulte discendenti dai copri
celesti) ci porta, lo vedremo meglio tra poco, a sostenere che Arnau
non avesse solo un approccio fisico-naturalistico alla dottrina dei
cieli, ma anche uno ermetico sabeo
nel rapporto con le entità celesti. Per come d'altronde il suo
(cattivo) maestro, Al-Kindi,
faceva nella sua teoria sulle immagini23.
Negare
la eterogeneità della materia dell'astrologia
medica comprensiva all'epoca anche dell'alchimia,
della magia,
della religione in una visione unitaria del sapere, significa volere
deformare la realtà
storica adattandola ai nostri schemi e pregiudizi moderni.
Continuiamo
l’indagine passando dalle carte ad alcuni elementi indiziari
fondamentali. Sono presenti sull’Argimusco e non sono le statue
stellari già viste: sono, invece, la smoking gun, ovvero la prova
decisiva del profilo, ovvero dell’identikit, dell’indiziato,
autore del sito.
IL SESTANTE
DI PIETRA ARABO
Il
Sestante è una trincea
scavata nella roccia, arcuata e segmentata come un sestante
per la misurazione delle fasi
lunari al
fine dell'applicazione di salassi
medici. E’ una costellazione?
La
Costellazione
del Sestante
è stata catalogata dall’astronomo Hevelius
solo nel 1687. Centinaia di anni dopo la vita dell’indiziato numero
uno, Arnau de Vilanova.
A
differenza di quanto sostenuto nel nostro primo scritto sul sito24,
non si tratta di una costellazione, ma di uno strumento di lavoro
medico in pietra che associato alla sfera
di Pitagora
concorreva alla diagnosi e alla terapeutica medica.
Gli
studiosi Pantano
e Todaro, prima dei nostri scritti, individuarono correttamente
l'esistenza di un sestante
di pietra, la cui origine attribuirono ad epoche preistoriche. Di
sestanti di pietra, come quelli dell'Argimusco,
non esiste, però, alcuna prova nei periodi
precedenti all'epoca storica.
I sestanti di pietra erano, invece, una sorta di specialità per gli astronomi medievali arabi. A loro viene attribuita l'invenzione e la sperimentazione di tali strumenti per la prima volta nella storia. Il primo sestante di pietra conosciuto venne costruito a Ray, in Iran, da Abu-Mahmud al-Khujandi nel 99425. Esso serviva per misurare l'obliquità dell'ellittica. Ad Al-Khujandī viene attribuita l'invenzione del sestante che egli chiamò "Sestante al-Fakhri (al-suds al Fakhrī), in omaggio al suo padrone: Buwayhid, Fakhr al Dawla (976-997).
Lo strumento aveva un arco di 60 gradi su un muro allineato lungo un arco meridiano sulla linea nord sud.
Bene, per come ammette lo stesso studioso Todaro, il sestante dell’Argimusco ha un angolo di curvatura di 60°. Inoltre il sestante dell'Argimusco è di pietra come quello di al-Khujandi ed è perfettamente allineato lungo la meridiana sulla linea nord sud26.
Il più grande progresso determinato dal sestante di al-Khujandi era che rispetto ai precedenti sestanti esso portava la precisione della lettura in termini di secondi, mentre gli altri permettevano di leggere gradi e minuti.
Tale funzione era stata, in parte ma non in toto, intuita dal Todaro che in un suo scritto affermava: "Se si punta una stella posta sulla direzione dell’estremità est dell’arco e se ne segue il percorso nel cielo fino a raggiungere l’estremità opposta, il tempo impiegato è di quattro ore; ogni segmento corrisponde ad un intervallo di tempo di 20 minuti pari a un angolo di 5 primi"27
La precisione della lettura in secondi venne poi confermata da al-Biruni, al-Marrakushi e da al-Kashi. Al-Khujandi usò il suo strumento per misurare l'angolo del sole sull'orizzonte nei solstizi d'estate. Per come abbiamo scritto nel nostri quattro libri sul tema, l'utilizzo dell'Argimusco, anche per ragioni climatiche, era legato al solstizio estivo, esattamente come il sestante di al-Khujandi.
Le misurazioni del sestante dell'Argimusco permettevano, insomma, di computare l'obliquità dell'ellittica per le varie funzionalità necessarie ai vari utilizzi medici propri della medicina astrale.
I sestanti di pietra erano, invece, una sorta di specialità per gli astronomi medievali arabi. A loro viene attribuita l'invenzione e la sperimentazione di tali strumenti per la prima volta nella storia. Il primo sestante di pietra conosciuto venne costruito a Ray, in Iran, da Abu-Mahmud al-Khujandi nel 99425. Esso serviva per misurare l'obliquità dell'ellittica. Ad Al-Khujandī viene attribuita l'invenzione del sestante che egli chiamò "Sestante al-Fakhri (al-suds al Fakhrī), in omaggio al suo padrone: Buwayhid, Fakhr al Dawla (976-997).
Lo strumento aveva un arco di 60 gradi su un muro allineato lungo un arco meridiano sulla linea nord sud.
Bene, per come ammette lo stesso studioso Todaro, il sestante dell’Argimusco ha un angolo di curvatura di 60°. Inoltre il sestante dell'Argimusco è di pietra come quello di al-Khujandi ed è perfettamente allineato lungo la meridiana sulla linea nord sud26.
Il più grande progresso determinato dal sestante di al-Khujandi era che rispetto ai precedenti sestanti esso portava la precisione della lettura in termini di secondi, mentre gli altri permettevano di leggere gradi e minuti.
Tale funzione era stata, in parte ma non in toto, intuita dal Todaro che in un suo scritto affermava: "Se si punta una stella posta sulla direzione dell’estremità est dell’arco e se ne segue il percorso nel cielo fino a raggiungere l’estremità opposta, il tempo impiegato è di quattro ore; ogni segmento corrisponde ad un intervallo di tempo di 20 minuti pari a un angolo di 5 primi"27
La precisione della lettura in secondi venne poi confermata da al-Biruni, al-Marrakushi e da al-Kashi. Al-Khujandi usò il suo strumento per misurare l'angolo del sole sull'orizzonte nei solstizi d'estate. Per come abbiamo scritto nel nostri quattro libri sul tema, l'utilizzo dell'Argimusco, anche per ragioni climatiche, era legato al solstizio estivo, esattamente come il sestante di al-Khujandi.
Le misurazioni del sestante dell'Argimusco permettevano, insomma, di computare l'obliquità dell'ellittica per le varie funzionalità necessarie ai vari utilizzi medici propri della medicina astrale.
Ma
c'è di più. Come detto, i sestanti di pietra di al-Khujandi e
quello dell'Argimusco,
per come evidenziato nel testo di O'Connor
citato in nota, avevano
una precisa funzionalità per i solstizi, in particolare, per quello
estivo. Sin dal 2010 abbiamo sostenuto28,
tra l'incredulità di tanti, che i megaliti
dell'Argimusco
sono uno specchio
delle costellazioni
presenti all'orizzonte in direzione sud, da est ad ovest. Unica
differenza è che nel 2010, sostenevamo che la precisa corrispondenza
tra i megaliti
e le costellazioni
fosse evidente durante l'alba del solstizio del 10.500 A.C., ovvero
in epoca preistorica. La scoperta da noi successivamente fatta delle
numerosissime
controprove sull'origine medievale ci ha portato a rivedere le nostre
stesse tesi sulla data di origine del sito.
Non
solo. Nel successivo libro del 201129,
ci accorgemmo anche che la corrispondenza tra megaliti
e costellazioni
era altrettanto e ancor più speculare durante il tramonto delle
serate estive del mese di giugno nel 1300, come anche oggi, causa il
lentissimo spostamento precessionale delle stelle.
Lo studio citato sopraccitato in nota conferma, dunque, le nostre tesi sull'utilizzo del sestante di pietra per la lettura delle costellazioni, in particolare, durante il solstizio d'estate.
Lo studio citato sopraccitato in nota conferma, dunque, le nostre tesi sull'utilizzo del sestante di pietra per la lettura delle costellazioni, in particolare, durante il solstizio d'estate.
Ricordiamo
che, come già esaminato nei suoi testi, Arnau
de Vilanova aveva studiato e utilizzava assiduamente il sestante per
le tecniche medico-astrologiche arabe, oltre che la stessa lingua
araba. Potrebbe essere, dunque, stato Arnau ad applicare
sull'Argimusco
quelle pratiche di lettura dei cieli in gran voga presso gli
astronomi
arabi?
Ancor di più lo studio conferma il perché sull'Argimusco furono realizzate solo quelle dieci costellazioni e non altre costellazioni, ad es. dello zodiaco.
Il motivo è legato all'utilizzo del sestante di pietra, insieme all'astrolabio e alla sfera di Pitagora (del cui utilizzo ci parla diffusamente lo stesso Arnau), per le misurazioni celesti.
Le costellazioni che si vedevano dal sestante arabo sull'orizzonte sud, sud est e sud ovest, del solstizio estivo dell'Argimusco nel 1310 e 1311 erano esattamente le dieci costellazioni riprodotte sul sito come statue megalitiche. Non è un caso, lo ripetiamo, che l'unica costellazione non riprodotta sul sito è quella dello Scorpione, oggi come allora coperta a sud dall'Etna.
La riproduzione speculare di quelle dieci costellazioni sulla terra (Cygnus, Sagitta, Aquila, Serpens, Serpentarius, Leo, Virgo, Corvus, Hydra e Crater) aveva due funzioni: 1) sulla base delle teorie di Al-Kindi e Thebit ibn Qurra permetteva di trasmettere, tramite la specularità delle statue megalitiche, gli attributi propri di quelle certe costellazioni a chi le guardava, per finalità mediche di melotesia 2) consentiva di meglio identificare le costellazioni presenti sul cielo estivo viste dal sestante di pietra facendo riferimento alle sottostanti statue. Le tacche incise su di esse, tutt'ora visibili sull'Aquila, accanto al Leone, sulla Sagitta, sulla Civetta e su altre pietre, consentivano di misurare i vari gradi delle fasi lunari per le applicazioni mediche e per l'applicazione dei salassi, in particolare.
Ancor di più lo studio conferma il perché sull'Argimusco furono realizzate solo quelle dieci costellazioni e non altre costellazioni, ad es. dello zodiaco.
Il motivo è legato all'utilizzo del sestante di pietra, insieme all'astrolabio e alla sfera di Pitagora (del cui utilizzo ci parla diffusamente lo stesso Arnau), per le misurazioni celesti.
Le costellazioni che si vedevano dal sestante arabo sull'orizzonte sud, sud est e sud ovest, del solstizio estivo dell'Argimusco nel 1310 e 1311 erano esattamente le dieci costellazioni riprodotte sul sito come statue megalitiche. Non è un caso, lo ripetiamo, che l'unica costellazione non riprodotta sul sito è quella dello Scorpione, oggi come allora coperta a sud dall'Etna.
La riproduzione speculare di quelle dieci costellazioni sulla terra (Cygnus, Sagitta, Aquila, Serpens, Serpentarius, Leo, Virgo, Corvus, Hydra e Crater) aveva due funzioni: 1) sulla base delle teorie di Al-Kindi e Thebit ibn Qurra permetteva di trasmettere, tramite la specularità delle statue megalitiche, gli attributi propri di quelle certe costellazioni a chi le guardava, per finalità mediche di melotesia 2) consentiva di meglio identificare le costellazioni presenti sul cielo estivo viste dal sestante di pietra facendo riferimento alle sottostanti statue. Le tacche incise su di esse, tutt'ora visibili sull'Aquila, accanto al Leone, sulla Sagitta, sulla Civetta e su altre pietre, consentivano di misurare i vari gradi delle fasi lunari per le applicazioni mediche e per l'applicazione dei salassi, in particolare.
Tante
era importante l’uso del sestante
arabo per Arnau de Vilanova che egli consigliava sempre al medico di
utilizzare, comunque, la luna
e il sestante
quale riferimento per le misurazioni al punto da dire che quando il
medico non poteva facilmente calcolare il movimento dei pianeti,
questi poteva comunque esaminare per maggiore efficacia la luna30.
Abbiamo
già visto che nei libri Regimen
Podagre e Regimen
Sanitatis, lo stesso Arnau fornisce accurate istruzioni per fare
certe terapie utilizzando la Sfera
di Pitagora,
insieme al classico astrolabio31
utilizzato in connessione con il sestante,
come da pratica astronomica e da iconografia medievale qui riportata,
al fine del calcolo delle fasi
Lunari. Per
questo Arnau raccomanda di evitare
di fare salassi
con la Luna
in gemelli.
Gli
indizi di tipo letterario e storico raccolti continuano a riportare
sempre un unico nome ricorrente. Un nome di un personaggio che,
peraltro, sappiamo avere vissuto nelle immediate vicinanze. Il
maestro Catalano Arnau de Vilanova è stato, dunque, l’autore
dell’Argimusco?
Sopra
lo stesso megalite
della Vergine
è la “Vasca”.
Essa è stata variamente definita come tomba o come vasca
per la raccolta delle acque per non meglio definiti riti.
Nel
precedente libro ipotizzammo che sarebbe stata usata per delle
pratiche (antiche ma ben documentate) legate alla cura e alla
rigenerazione del corpo fisico, tecniche in uso presso la
Confraternita
dei Rosacroce.
Tutto il grande "Specchio
del cielo", dicevamo, sarebbe stato, di fatto, concepito come
funzionale allo scopo della medicina
delle stelle.
Infatti, quale attributo veniva attribuito nel Medioevo
al cielo e alle stelle?
l'immortalità, appunto32. Ricordiamoci
l'incipit della famosa “Tabula
Smaragdina”: “Verum sine mendacio, certum et verissimum. Quod est
inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut
quod est inferius ad perpetranda miracola Rei Unius”.
Lo
specchio
magico del cielo, dicevamo, faceva sì che tale attributo celeste
venisse rispecchiato sulla terra. "Come in cielo così in
terra", prima di essere una frase della preghiera cristiana del
Padre Nostro era una delle basi dell'insegnamento di Ermete
Trismegisto. Oggi come allora lo "Specchio
del cielo" funziona: esso fa sì che la "qualità"
dell'immortalità possa essere rispecchiata su chi sta sotto le
stelle,
nelle tiepide serate estive, sull'Argimusco”,
dicevamo33.
Da
allora la nostra ricerca sui testi e sulle fonti storiografiche ha
fatto emergere diverse e più concrete ipotesi di soluzione
dell'enigma della vasca.
In
particolare, la comprensione dell'origine e della funzione del
sestante di
pietra ci fanno capire anche la funzione della vicina vasca.
Più
proisacamente, oggi, riteniamo, infatti, che la vasca
non fosse altro che uno strumento medico necessario alla terapia
mediante salassi.
La
medicina
astrale insegnava che, per mezzo della Sfera
di Pitagora
(chiamata anche di Apuleio), usata per le diagnosi e le previsioni
mediche insieme al Sestante
di pietra arabo, il medico poteva capire quando procedere
all'applicazione delle sanguisughe.
Al
fine di evitare
collassi i pazienti che avevano
subito la flebotomia
e/o l'applicazione di salassi
dovevano
essere messi a testa in giù.
Il
piano scosceso attiguo al sestante
di pietra, secondo noi, veniva utilizzato per mettere i pazienti a
testa in giù per evitare,
appunto, il collasso. Forse la tipica colorazione rossastra della
pietra era legata alla dispersione di sangue dovuta alla
flebotomia.
Certamente,
lo stesso Arnau
de Vilanova, in numerosi
scritti sulla materia, diede istruzioni su come somministrare i
salassi
sulla base dell'osservazione delle fasi
lunari,
consigliando di farli durante i giorni
lunari
dell'Hydra
nei mesi di aprile, maggio e settembre. Arnau nella tecnica del
salasso si rifaceva agli scritti di Avicenna
quali il Kitāb
al-Qānūn e, specialmente, all'al-Tasrīf
li-man ʿajaza ʿan al-taʿlīf di Abulcasis
(Abu
al-Qasim Khalaf ibn al-Abbas al-Zahrawi).
Cosa
manca al contesto di chiara funzionalità medica medievale? Gli
strumenti principi del salasso, ovvero le sanguisughe.
Dove venivano
messe? E' la stessa tecnica medica ispanica
che ci informa di contenitori di sanguisughe
in grandi vasi di terracotta o scavati nella pietra.
Ne
riviene che la vasca
dell'Argimusco,
sita accanto al sestante
arabo di pietra e accanto al piano inclinato, era proprio la vasca
per l'allevamento delle sanguisughe.
La
vasca
scavata nella roccia, non è come qualcuno dice una tomba34,
ma, dunque, proprio la canonica vasca
d'acqua necessaria per allevare le sanguisughe
necessarie ai salassi,
almeno nel periodo
estivo. Il plateau
scosceso era, ancora, il luogo in cui si sarebbero sdraiati i
pazienti durante i salassi.
Il
quadro diventa sempre più chiaro. L’Argimusco aveva una funzione
medica.
PAUL DEVINS - ALESSANDRO MUSCO
PAUL DEVINS - ALESSANDRO MUSCO
1
Come già visto Arnau scrisse alcuni testi alchemici sul tema della
lunga vita (testi controversi) quali il De
Aqua Vitae, De Vita Philosophorum, il De Conservanda juventute et
retardanda senectute, De vinis,
etc.
2
Arnau per alcuni è morto nel 1313, vedi Arnaldo da Villanova “Il
Libro del Perfetto Magistero”, prima traduzione italiana, SeaR
Edizioni, la biografia di Arnaldo pag. 82. Per l'esattezza Arnau è morto il 6 settembre 1311.
3
Vedi P. Devins “La scoperta dell'Argimusco”, Lulu New York 2011
e “Il mistero dell'Argimusco”, Lulu, New York, 2010
4
Nella tradizione medievale era decisamente sconsigliato, in ogni
caso, far coincidere l'operazione del salasso con congiunzioni e
opposizioni, cioè con la Luna piena o nuova.
5
Diversamente da come da noi indicato in P. Devins “La scoperta
dell'Argimusco”, Lulu New York 2011 e “Il mistero
dell'Argimusco”, Lulu, New York, 2010
6
Nel testo “Biblioteca clasica de la medicina espagnola 1936 tomo
xii - Parabolas de meditacion di Arnaldo de Vilanova” al capitolo
“Canones
que demuestran el cuadrante de la lunacion mas utile que debe ser
elegido para la flebotomia”
(Canoni che dimostrano il quadrante della lunazione più utile das
scegliere per la flebotomia), Arnaldo dice:
1.
segùn la influencia lunar, elìgese para la flebotomìa la fase de
la lunaciòn, cuando la enfermedad da tregua para esperar (secondo
l'influenza lunare, si sceglie il salasso secondo la fase della
lunazione, quando la malattia da una tregua per sperare)
2.
la
influencia de las estrellas que proviene de virdud especifca es màs
fuerte que aquèlla que proviene de virtud comùn
(l'influenza delle stelle che proviene da virtù specifca è più
forte di quella che viene dalla virtù comune).
3.
La
virtud de la luz solar que se comunica a las demàs recibe
informaciòn de la propia naturaleza de ella, proque lo que en otro
se recibe sigue el modo del recipiente (la
forza della luce solare che viene comunicata all'altro riceve
informazioni della propria natura, perchè ciò che è ricevuto
segue il modo del recipiente).
4.
Como
la propia virtud, la luna mueve y extiende las substancia acuosas y
las dispone en eumento, quanto mà fuertemente irradie, tanto màs
aumentarà el reumatismo (Come
la propria virtù, la luna si muove e estende la sostanza acquosa e
la dispone in aumento, nella misura in cui più fortemente irradia,
tanto più aumenteranno i reumatismi)
5.
siendo, efectivamente, la luna de complexiòn frìa y humeda, en
ningùn estado podrà, por su efecto proprio, llamarse seca o càlida
(essendo infatti la luna di complessione fredda e umida, in nessuno
stato potrà, per il suo effetto, chiamarsi secca o calda)
6.
y por la misma razòn por la que se distinguen las principales
edades en los viventes nòtanse por semjanza en la luna
(e per la stessa ragione per la quale si distinguono le principali
età nei viventi si notano per somiglianza nella luna)
7. asì
como la primera edad es aquella en que se principia el incremento
hasta una notable medida de la estatura del viviente, asì la luna,
en la primera edad, comienza a aumentarse hasta la media. Y asì
como la edad seguenda de ellos notable se termina asì tambièn en
la luna. Del mismo modo tambièn la tercera edad del lo vivientes es
aquella en que el viviente comienza ocultamente a decrecer, a saber,
en la virtud, lo cual se manifiesta en el proceso. Por fin, la
cuarta edad es aquella en que el decrescimiento del sentido alcanza
en la misma substancia un tèrmino manifiesto, parecidamente tambièn
en la luna
(così come la prima età è quella in cui comincia a un notevole
aumento della statura dei vivi così la luna nella prima età,
inizia ad aumentare fino alla media. E così come la seconda età di
questi finisce, così altrettanto nella luna. Allo stesso modo anche
nella terza età dei vivi è quella in cui la vita comincia
segretamente a diminuire, in particolare, nella virtù, che si
manifesta nel processo. Infine, la quarta età è quella in cui la
diminuzione raggiunge la stessa sostanza in un termine manifesto
termine analogo nella Luna).
7Vedi
i riferimenti sull’utilizzo della Sfera di Pitagora da parte di
Arnau in Joost-Gaugier
C. “Pitagora e il suo influsso sul pensiero e sull'arte”, 2008
pag. 158 e ss
8
Puigvert
i Planagumà G. 1990- 1991 “De
diebus aegyptiacis",
Annals de l'Institut d'Estudis Gironins, 31, 41-52,
9
Wickersheimer
E. “Figures
mèdico-astrologiques des Ixe, Xe, et Xie siècles”in
Janus: Archives Internationales sur l'Histoire de la Mèdecine et la
Gèographie Mèdical, XIX, 1914, p. 168.
10
Il contributo dato dagli astronomi spagnoli è stato la “làmina
universal”:
questa innovazione era dovuta alla necessità di cambiare il safiha
per ogni latitudine, al fine di adattare tavole e strumenti alla
latitudine spagnola rispetto a quella della penisola araba.
11
Sulle tecniche di uso dell'astrolabio vedi Paolo Trento
“L'Astrolabio funzioni, storia costruzione”, Stampa alternativa,
1989
12
L'astrolabio andaluso usava il calendario Giuliano che consentiva di
calcolare i calendari lunari e solari. Vedi Thomas
F. Glick in “The
library of Iberian Resources Online Islamic and Christian Spain in
the early middle ages”
– Science, pag. 11
13
Vedi Thomas F. Glick in “The
library of Iberian Resources Online Islamic and Christian Spain in
the early middle ages –
Science, pag. 12
14
Vedi Arnau de Vilanova in Regimen
Sanitatis,
a cura di Mathias
Huss, Lione 1486 e Opera dica omnium, 16 vol. a cura di Mc Vaugh,
Granada, 1938.
15
“Luna
sit in Geminis, quia tunc verenda est flobotomia”
dice nel libro Regimen Podagre. Sulla flebotomia con la gotta vedi
diffusamente su “Decus
Arnaldi Estudis entorn dels escrits de medicina practica,
l’ocultisme e i la pervivencia del corpus atribuit a Arnau de
Vilanova”
di Sebatia
Giralt Soler, Universitat Autonoma de Barcelona, 2002, pag. 121
16
L'elenco dei giorni sfortunati è contenuto in Opera
medica omnium,
II, pag. 856
17
Il testo di un manoscritto del IX o X sec recita: ”I giorni egizi,
che debbono essere osservati ogni anno sono iniziati. Non si deve
viaggiare, camminare o piantare nella vigna. Questi giorni non
seguono la ragione. Nessuno deve intraprendere un lavoro che
richieda di essere completato. A nessun uomo, né ad alcuna bestia
si deve permettere, in qualsiasi modo o per qualsiasi necessità di
versare sangue. E non si devono fare molte altre cose. Il periodo
interessato comprende i seguenti giorni: (date). Se un maschio o una
femmina nascono in questi giorni essi moriranno con duro travaglio;
e se si beve molta acqua in questi giorni si morirà entro quindici
giorni” “Se volete sapere qualcosa su una qualsiasi questione
inconcludente con il calcolo di Pitagora apprenderete su tale
questione, o su un altro evento, se esso sarà sfortunato o sarà un
successo”.
18
Si veda il passaggio del Regimen Sanitatis arnaldiano “De
phlebotomandi tempore Tres insunt istis, Maius, September, Aprilis,
et sunt Lunares, sunt velut Hydra dies prima dies primi postremoque
posteriorum, nec sanguis minui, nec carnis anseris uti”.
19
Anche in Aphorismi
stravaganti
Arnauconsiglia di applicare un timbro astrologico indeterminato sui
piedi per curare la gotta. In questo caso prendendo la melotesia
zodiacale e la serie di sigilli che si possono trovare in altri
autori, l'immagine che si deve fabbricare è, però, quella dei
Pesci, perché questo è il segno che regge i piedi, vedi AVOMO,
VI.2, p. 236
20
Arnaldo da Villanova, De
parte operativa
in Opera Omnia, Lione 1532 fol. 127ra
21
Sebastià Giralt De
improbatione maleficiorum: Arnaldi Opera medica omnia VII, Epistula
de reprobacione nigromantice ficciones (de improbatione
maleficiorum),
Barcellona 2004.
22
Dall'Aforisma II, 32 a II, 41 Arnausviluppa questa idea della
differenza della virtus communis, rispetto alla virtus propria, cfr.
Arnaldi de Villanova, Opera medica omnia VI, 2, pp. 61-63.
23
Al Kindi si può considerare il fondatore della magia filosofica
basata sull'immaginazione, ritenuta quest'ultima come facoltà
primaria dell'operazione magica. L'efficacia della operazione magica
dipende però da un principio di causalità che è l'armonia
universale celeste. La costellazione la cui immagine l'uomo produce
nella sua mente, ad esempio l'immagine di una statua che ne
riproduce le forme, produce la stessa immagine in un altro soggetto.
L'immagine mentale e quella reale (ymago
mentalis et realis)
conseguono tra loro perchè sono della medesima specie (quia
sunt eiusdem speciei sese consequuntur).
Esse, anche se sono nella stessa materia, sono indirizzabili verso
una forma o verso un altra poiché tanto le immagini celesti che
quelle terrestri proiettano raggi. Sentiamolo dalla sua voce “Omnis
stella aliter et aliter operatur in locis et rebus diversis (...)
tota stellarum operatio per radios procediit qui in se ipsis, in
omni aspectu vario, variantur (...). Omnis autem stella suam habet
proprietatem, naturam et conditionem in qua radiorum projectio cum
aliis continetur”
(De Radiis, pag. 220). E ancora: “Manifestum
est quod res huius mundi, sive sit substantia sive sit accidens,
radios facit suo modo ad instar siderum”
(De radiis, pag.220).
“Hoc igitur pro vero assumentes dicimus: omne quod habet
actualem existentiam in mondo elementorum radios emittit in omnem
partem, qui totum mundum replent suo modo”
(De Radiis pag. 224). L'uomo, minor mundus, anch'egli opera e agisce
attraverso i raggi della sua immaginazione, poiché è dotato di
spirito immaginatorio (spiritus
ymaginatorius).
E come dice Al-Kindi lo “Spiritus
ymaginatorius habet radios conformes radiis mundi”.
L'uomo agisce cioè magicamente con l'immaginazione, così come il
mondo superiore può muovere le cose sulla base della corrispondenza
delle immagini e dei loro raggi. Pertanto, l'uomo con i raggi può
contemporaneamente determinare effetti fisici sulle cose esteriori e
insieme sulle cose di cui esse sono immagini”. Dalle parole di
A-Kindi si evince la funzione dell'Argimusco in toto funzionale alla
filosofia ermetico sabea che riproduceva le costellazioni sulla
terra al fine della proiezione dei raggi delle stelle e dell'uomo.
Vedi Al Kindi De Radiis, a cura di .T.
D'Alverny, .
Hudry, “Archives
d'histoire doctrinale et litteraire du Moyen Age”,
1975, pp. 139-260
24
Paul Devins “Il Mistero dell'Argimusco”
2010 ISBN 978-1-4466-4343-3
25
O'Connor, John J, Robertson, Edmund F., "Abu
Mahmud Hamid ibn al -Khidr al-Khujandi,
MacTutor History of Mathematics University of St. Andrews
26
Tekeli Sevim (1960),'Nasiruddin,
Takiyuddin ve Tycho Brahe'nin Rasat Aletlerinin mukayesesi'.
Ankara Universitesi, Dil ve Tarih-Cografya, p.4 citato da O'Connor,
John J, Robertson, Edmund F. op.cit.
27
Todaro G. “Montalbano Elicona e i megaliti dʼArgimosco” 1994
28
Devins P. "Il mistero dell'Argimusco", ISBN 9781446784843,
2010
29
Devins P. "La Scoperta dell'Argimusco", ISBN
9781446604380, 2011
30
“quando
autem Medicus praticans non potest semper habere certa loca
planetarum ut omnia particularia, tunc hoc consideret in Luna maiori
efficacia”,
da De
Astrologia in Arnaldi Villanovani
Opera Omnia, col 2053-2072, ici col. 2070. Nella stessa opera Arnau
si dilungava sul tema della melotesia, di cui meglio parleremo in
prosieguo, ragionando sul collegamento tra le costellazioni e le
parti del corpo (l’Ariete che governa la testa, il Toro il collo,
etc.). Weill-Parot in Les images astrologiques au moyen age et a la
Reinassance, Paris, Champion 2002, pag. 474 e 476 dice che dai greci
in poi la luna è l’astro preferito dagli astrologi: “tout
aux yeux des anciens était comme suspendu aux phases de la Lune et
suivait le rythme de sa marche”.
Per riferimenti all'utilizzo alchemico della luna (lunastizi) vedi
pag. 100/101 in Augusto Pancaldi, Alchimia pratica, Brancato, 1991
31
Vedasi ancora Joost-Gaugier C. “Pitagora e il suo influsso sul
pensiero e sull'arte”, 2008 pag. 158 e ss. “La
majoria estaven dedicats al més difòs, l'astrolabi, una mena de
calculadora portàtil que servia per mesurar l'altura dels astres i
resoldre aixì tot de problemes d'astronomia esfèrica. En català
circularen diversos textos sobre l'astrolabi, alguns d'anònims o
amb una atribuciò falsa a Ptolomeu (…)”,
cfr. “L'astronomia
i l'astrologia en català a finals de l'Etat Mitjana”
Lluis Cifuentes i Comamala, in A. Amengual, G.X. Pons, J. March, Eds
Conferéncies de les Jornades de Commemoraciò i estudi de l'eclipsi
total de sol a la Mallorca de 1905, Mon soc, Hist. Nat. Balears.
Sulle tecniche astrologiche vedi Paolo Alasci, Enciclopedia delle
scienze occulte, Brancato 1991, pag. 27 e ss.
32
Arnau ha scritto alcuni testi alchemici sul tema della lunga vita
(testi controversi) quali il De
Vita Philosophorum, il De Conservanda juventute et retardanda
senectute, il De vinis,
etc.
33
Devins P. "La Scoperta dell'Argimusco", ISBN
9781446604380, 2011
34
Fosse vero dove sarebbero le altre tombe? Non vi sono altre tombe
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